Tutti i più grandi atleti, coloro che hanno fatto la storia della propria disciplina, devono il proprio successo certamente al talento e alla dedizione, ma anche al grande lavoro svolto dal proprio trainer. I preparatori, infatti, sono professionisti che il più delle volte operano nell’ombra, ma senza i quali gli atleti non potrebbero vedere la luce delle loro prestazioni e dei loro trofei.
Il rapporto tra personal trainer e atleta non riguarda solamente i “grandi livelli”, ma anche le storie quotidiane di gente comune che si affida a un istruttore per la cura del proprio benessere. Il personal trainer, infatti, è una figura fondamentale non solo per partecipare a competizioni a livello agonistico, ma anche per affrontare con successo le sfide quotidiane che si decide di affrontare dedicandosi all’allenamento fisico. Che si tratti di strutturare il fisico, di perdere peso o di migliorare questo o quell’aspetto della propria forma, il personal trainer è sempre fondamentale.
Personal trainer e atleta, una questione di fiducia
La riuscita di un percorso di allenamento non è sempre scontata perché a incidervi ci sono tanti fattori, non tutti dipendenti dalla volontà dell’atleta. Fidarsi e affidarsi a un personal trainer consente non solo di prevenire e affrontare ogni tipo di sfida, ma anche recuperare dalle criticità della sconfitta. Per questo il rapporto tra personal trainer e atleta non è una semplice collaborazione professionale, ma un legame fatto di empatia e sintonia che si affina e radica nel corso del tempo.
Per ciascuna persona non è facile ricevere delle correzioni, così come non è semplice per un personal trainer capire quali sono le corse da toccare per aiutare lo sportivo che sta seguendo. Per questo è fondamentale che tra i due si crei un’alchimia profonda, fatta di profonda fiducia, pazienza e competenza. Perché non basta un amico che ti dia le pacche sulle spalle e ti motivi con un banale “dai che ce la fai”; anzi, queste sollecitazioni hanno il più delle volte l’effetto opposto. E non basta nemmeno affidarsi a procedure e schede di allenamento generiche, come se per il miglioramento della forma psicofisica fosse sufficiente un manuale di istruzioni da seguire con precisione.
In questo ampio spazio di libertà e di rispetto si sviluppa quel rapporto meraviglioso e straordinariamente potente tra personal trainer e atleta. Un rapporto che contempla ogni giorno la sofferenza, la stanchezza e il timore del fallimento. Perché non c’è nessuna formula magica o equazione matematica che assicuri il successo, ma un rapporto di stima reciproca come questo è la certezza di aver fatto bene, anche se può non essere sufficiente per fare tutto.
Non solo un lavoro fisico
Il rapporto tra atleta e personal trainer si fonda su un rapporto di fiducia sul quale si sviluppa una profonda empatia, quella capace di favorire il raggiungimento degli obiettivi che si è posti. Obiettivi che sono fisici, di miglioramento della forma fisica, ma anche mentali e personali.
Chi entra in una palestra o decidere di seguire un percorso di allenamento lo fa o per potenziare la forza, la resistenza, i muscoli o qualsiasi altra componente fisica o per migliorare un aspetto della propria vita (peso forma, postura, sedentarietà, eccetera). Un aspetto che spesso si sottovaluta è poi quello mentale; l’esercizio fisico, infatti, aiuta anche a mantenere alta la concentrazione, a scaricare lo stress, a essere efficienti nel proprio lavoro e a perfezionare il processo di autostima e crescita personale che in molti decidono di intraprendere.
Il personal trainer, quindi, non è un “meccanico del corpo” che lavora solo sul numero di esercizi e ripetizioni da fare, ma qualcuno che conosce la persona (prima ancora dell’atleta) che ha davanti e per il quale sviluppa continuamente un percorso di crescita fisica, un programma alimentare specifico e un potenziamento motivazionale adeguato. Sì perché molto spesso uno degli aspetti cruciali di ogni progetto di vita è quello legato alle motivazioni. Non tanto quelle iniziali e generali, ma quelle quotidiani e specifiche che devono portare la persona ad avere la volontà di perseguire su quella strada.
In tanti si ripropongono di fare qualcosa per sé stessi, ma in moltissimi abbandonano poco dopo. Solo chi ha accanto un personal trainer fidato sa che questi momenti, che capitano a tutti, possono essere superati e non diventare l’ennesima pietra tombale sulla propria autostima.
Collaborazione verso il benessere
Un errore comune è quello di pensare che il peso del lavoro gravi tutto sulle spalle del personal trainer e che l’atleta debba solo “fare i compiti”. In realtà, proprio alla base di quel rapporto empatico di cui stiamo parlando, atleta e personal trainer maturano una consapevolezza di reciproca collaborazione. L’atleta, infatti, non è un burattino o una macchina da programmare e per raggiungere il benessere tanto agognato deve collaborare con il personal trainer. Questi non è un mago che con un incantesimo risolve problemi, ma un professionista che mette a disposizione le proprie competenze per il raggiungimento di un risultato comune. Perché la gloria del successo non è solo dell’atleta, ma anche di chi gli ha permesso di arrivare a quel traguardo. Un traguardo che può essere costantemente rivisto verso l’alto per innescare un circolo virtuoso di crescita e benessere continuo, essenziali per vivere bene ogni giornata e superare positivamente ogni difficoltà.